Addio Bud

Non volevo scrivere nulla, non mi andava. Perché mi sembra ridicolo, perché in fondo… chi lo conosceva? Una volta mi morì il pesce rosso, ci ero stato vicino per mesi, forse anni, gli davo il cibo, lo accudivo. Ma morì, lo buttai nel cesso e tirai lo sciacquone e finì così. Ma Bud era più grosso di un pesce rosso, molto più grosso, Bud era ingombrante quanto una nostalgia, quanto il ricordo di me e mio padre davanti alla TV. Ed allora non posso non commuovermi, non posso fingere che Bud fosse solo una persona che non conoscevo, era anche un personaggio che conoscevo benissimo perché mi aveva cresciuto. So che è ridicolo, non è mai uscito da quello schermo ma l’idea che sia morto, che non possa più regalare nemmeno una comparsata in qualche pellicola oscena che ne tributi le gesta, fa male. Ed è la prima volta, giuro, che la morte di un personaggio della TV mi colpisce alla bocca dello stomaco. Vorrei raccontare un aneddoto di quando lo incontrai, avevo appena visto Lo chiamavano Trinità e mi decisi a cercare la ricetta dei famosi fagioli che lui ed il mitico Terence Hill divoravano con voracità. La trovai, o almeno trovai una pagina di qualche appassionato che giurava di averla recuperata (http://www.budterence.tk/ricette.php). Presi tutti gli ingredienti, in realtà ci voleva un po’ di fantasia, un po’ di fortuna e intuito ma comprai le bacche di ginepro, le “salsicce”, preparai la base con burro e farina cercando di rispettare meticolosamente tempi e buon senso. Ne uscì fuori un piatto di una pesantezza oscena, appetitoso ma così carico di aspettative da essere quasi pericoloso. Mi chiesi “sarà davvero buono come lo immagino?”. La scodella era piena, la salsetta su cui galleggiavano i fagioli era meravigliosa e così intinsi il cucchiaio in quella favola. E fu quella la prima e unica volta che cenai con Bud Spencer e Terence Hill, è il ricordo più vivo che ho con loro, l’unico legato all’età adulta. Raramente ho mangiato un piatto così corposo e pesante, ho finito di digerirli giusto ieri, guarda caso in occasione della sua morte, ma conserverò la ricetta. E’ la ricetta della felicità, di un tempo in cui bastava sentire il rumore di quei cazzotti per sentirsi pronti ad affrontare il mondo, un tempo in cui ero bambino e lui, il gigante buono in cui credevo.

Non ditemi di guardare i suoi film, non adesso. Il lutto va digerito ed è più pesante di un piatto di fagioli.

Addio gigante, ti porti un pezzo di me più grande di quello che avrei voluto.

Addio Budultima modifica: 2016-06-28T22:19:52+02:00da cat_stevens
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