Normalità

Ci ho fatto caso, possono vederlo tutti. Esistono percorsi prestampati, la nostra passeggiata per il tempo si svolge su un background comune. La normalità è una maledizione cristallizzata, un riflesso nel passato cui vogliamo ribellarci. Il sangue può piangere? Ogni monade può piangere. Il pianto è solo una traspirazione, è l’evaporare di una volontà che ci è stata negata. E’ possibile morire? Posso vedere lassù oltre gli orizzonti umani un divino demiurgo sorridere al suo gioco. Tirare dadi con migliaia di facce e la statistica… quella è la normalità. La faccia del dado che esce più di frequente. Le nostre volontà si riducono a esigui attriti che influenzano il destino, a pianti senza senso. Una volta ho scritto che non c’è nulla al di là e neanche al di qua dei pensieri. Un solo luogo è reale: la gravità. Chi cerca se stesso e trova solo un pensiero è un uomo povero. Chi cerca e trova domande è sfortunato. Alla fine, il saggio è, forse, chi non cerca affatto. E d’un tratto mi ritrovo sulla spina di un’acacia, trasformato in una creatura kafkiana e devo scegliere. Il volo e lo schianto o la discesa pacifica. Che stronzata! Chi sceglierebbe la discesa? Ecco… così io vedo la normalità, come la scelta. Andare oltre vuol dire restare sulla spina e attendere il tempo laddove lui attendeva noi. Andare oltre vuol dire apparire come il più stupido scarafaggio ed essere invece quella macchia colorata in grado di rendere unica una spina tra milioni. Sacrificare la propria vita a un’ideale acuminato e doloroso solo per poter dire un giorno: “Ho scelto, ma ho scelto davvero.”

Normalitàultima modifica: 2004-06-28T12:04:36+02:00da cat_stevens
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