Deduzioni

Un’ombra quadrettata basta appena a svelare il segreto di una finestra. Altro non so. Un fiato che attraverso l’aria percuote i sensi è come un dedalo di forme da cui estrarre lo stampo di un pensiero. I gangli nervosi come frenetici bit trasmettono informazione madidi di sangue vivo. Chissà se una mano può carpire l’arcano… se può estrarre pensieri come denti e restituirli alla luce che li generò. Più l’uomo si addentra nella materia o più cerca di uscirne, tanto più nuove dimensioni gli vengono mostrate. Una profana epifania di colori che si sfogliano come cipolle o solo come matrioske che nulla nascondono se non la tecnica che le ha costruite. Che dio sfizioso quello che racchiude il cuore di una cipolla sotto mille veli, lo stesso che sotto altrettanti petali ha celato il mistero della donna. E, di nuovo, mi trovo a scalare gradini di luce (i pacchetti di Planck?) percorrendo un raggio fino alla sua origine. E, di nuovo, il silenzio vibra oltre l’umano sentire e sorride con quanti luminosi, sorride al mio volto ignorante. Tutto questo non posso saperlo, non posso udirlo, posso solo dedurlo. Come efelidi appena accennate mille divinità pigmentano volti che volti non sono ma solo maschere su cui l’eterno disegna i suoi dubbi.

Deduzioniultima modifica: 2004-07-06T00:16:28+02:00da cat_stevens
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