La fine dei romantici

In un’epoca in cui la filosofia si sta riconciliando con la scienza, in cui le speculazioni filosofiche acquisiscono nuova linfa all’interno del paradigma della fisica quantistica che ammette viaggi nel tempo e non solo questo, io vedo solo la fine dei romantici. Odio la scienza! L’orgasmo, quella sorta di paradiso terrestre, di estasi mista a sudore altro non è che una scarica di endorfine. Sostanze in grado di alleviare il dolore e generare un senso di benessere. Più o meno come quando si mangia cioccolato… un micro-orgasmo. L’arcobaleno? Se i raggi di rifrazione non sono inclinati di 42° non c’è nessun arcobaleno. Una poesia di sette colori distrutta. La luna? Un ammasso roccioso costituito per lo più da rocce basaltiche, visibile solo grazie alla luce del sole; vediamo solo l’albedo. Altro che Selene! Il sole? Morirà tra circa 5 miliardi di anni… la luce “eterna” di molti poeti tanto eterna non è. Le monadi Leibnitziane, i mattoni cui associare le nostre solitudini, non esistono sono un retaggio del passato. Il dio numero di Pitagora è anch’esso caduto dentro l’irrazionalità o l’indeterminazione. Poco alla volta cadono le divinità trascorse e laddove si manifesta il divino o anche solo il paranormale arriva la scienza e di colpo il miracolo tende a svanire o affievolirsi. Il sangue di San Gennaro… un miracolo forse, ma esistono sostanze dette tissotropiche dotate di proprietà simili. Si scoprirà che il sangue è solo ketchup… ma già! La Chiesa chiude le reliquie, il suo edificio è il mistero, non può svelarlo. In questo scenario, qui solo accennato, che posto trovano le mie parole? Nessuno. Sono solo il vaneggiamento dell’ultimo barlume sopravvissuto al deicidio, una divinità bambina cosparsa di borotalco come polvere di stelle. Le mie parole come quelle dei pochi (o molti?) romantici rimasti sono solo il fumo di candele votive, il tentativo di lasciare una scia di profumo nel tempo. Non lo so, non lo faccio per gli altri ma per me, perché voltandomi indietro riconosca quella scia e la forza che rappresentava. Che senso ha osservare una candela che illumina fogli e dentro pensieri? E’ solo ossigeno bruciato in fin dei conti, e brucia… brucia… ciò che di buono c’era in me… brucia. Ci soffio sopra, meglio dormire… domani si vedrà.

La fine dei romanticiultima modifica: 2004-07-07T12:42:03+02:00da cat_stevens
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2 pensieri su “La fine dei romantici

  1. Non e’ mai ossigeno bruciato….spr ecato…..finche ‘ esistera’ l’ultimo dei romatici. La luna sara’ perfetta per gli innamorati….. il sole, le stelle, l’arcobaleno.. ..avranno un senso non solo prevalentemente scientifico, ma saranno ancora parole di divina poesia. Giulia

  2. Non credo che di “romantici” ne siano rimasti pochi. Credo che l’uomo col tempo ha avuto sempre di più l’esigenza intima di domandarsi il perchè di tutte le cose,di scoprirne il senso ed il meccanismo,fine ndo per ridurre a mero calcolo tutto ciò che ci circonda. Quando scopri il senso delle cose queste fanno meno paura e non sfuggono più al controllo della mente. Ed intanto l’anima si perde,come ho appena scritto nel mio post,nel cesto dei panni sporchi. Ma è solo paura,solo quella,paura di ciò che non si conosce,paura dell’irraziona le,paura delle sensazioni forti. Io credo che in tutti noi c’è ancora un poeta che guarda la luna e un bambino che crede nelle favole

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