Cat Stevens

Ci sono pensieri che durano il tempo di una canzone eppure hanno l'incisività d'un aratro d'acciaio tra le pieghe della mente. Ci sono cantanti che non si limitano a cantare i propri motivi ma li affrescano diventando l'essenza di tutti i pennelli. Questo piccolo diorama è il mio tributo a un'emozione frammentata in tanti piccoli francobolli unici e rari, almeno nel modo di spedirmi in realtà parallele.

Oh Very Young – una solitudine, uno scoglio, una chitarra e la luna. Lontano dalla riva e dall'orizzonte un canto si può innalzare fino a toccare semplicemente l'anima stessa di quel ragazzo, fino a trasmettere alla moltitudine sulla spiaggia un solo messaggio in musica. Non spegnete il falò, ogni fiamma è fatta per bruciare.

Cat's In The Craddle – un medievale paladino percorre lande sperdute alla ricerca di dame da conquistare o solo di una fama che lo consacri eroe. In cento modi diversi il suo pensiero copre l'eternità al ritmo del galoppo del suo destriero, al suono di zoccoli che sprofondano nella terra umida per lasciare un'orma che profuma di musica. La sua spada una chitarra malconcia; la sua leggenda non finirà se ucciderà il tempo con un solo mortale fendente.

Can't Keep It In – "Smettila di combinarti così! Smettila di cercare te stessa nella legittimazione agli altri. Puoi essere te stessa, puoi segnare un nuovo pallino nell'abaco delle vanità dissolte. Puoi essere tu l'ombra da seguire. Smettila di combinarti così! Non capisci che così il tuo segno sarà quello della moltitudine ma se vai indietro, se ti volti e affronti la corrente puoi essere travolta o puoi invertirla. Ti amo così, amo il tuo essere colore nel colore. Amo il nome che hai dato a un'onda tra la folla. Smettila di combinarti così!"

Sitting – "Mamma, non ti ho detto dei fiori che ho spezzato e rimesso su perché non vedessi. Non erano appassiti da soli. Mamma, non ti ho detto delle notti passate a piangere per la paura di perderti, perché l'eternità non poteva negare nemmeno a te il suo inganno. A te che pensavo dea, perché un tocco solo della tua mano era la cura a tutto. Mamma, sto gridando la mia paura, ma non è solo paura, è tripudio! Mamma, ho avuto un solo guardiano e un solo canto è nella memoria dell'infanzia ora posso dirtelo che non si perderà ma è qui tra queste note."

The Boy With A Moon And Star On His Head mille lucciole sfavillanti nell'orto. In un cantuccio l'uomo e le sue dita che pizzicano corde scintillando nell'aria. A sinistra il carrubo, foglie e quiete invase dalla notte. A sinistra un cancello piccolo e arrugginito chiude il mondo fuori. Dentro l'orto, solo lucciole e musica. Un pizzicato schiocco di poesia al profumo degli agrumi e all'umido traspirare della terra, un sudore pieno di significato. Mille lucciole in quell'angolo e fuori il caotico perdersi di anime per le strade del mondo.

The First Cut In The Deepest – quante strade ci sono che portano allo stesso amorfo colore. Il primo colore del cielo è il blu e il suo sentiero si smarrisce nell'arcobaleno. Un pezzo di arcobaleno è in ogni albero, in ogni fiore, in ogni sorriso, in ogni attimo che il sole percorre il cielo e in ogni più piccolo buco che diventa tana, in ogni cespuglio che diventa nido, in ogni foglia che diviene prato.

Kypros – al fiume tutti andavano quando marinavano la scuola. Il fiume era un luogo in cui anche il pensiero si poteva bagnare dimenticando la sua gabbia ossea. Il fiume era pieno di ponti costruiti con pochi tronchi scricchiolanti e malfermi. Nei pressi del fiume c'era un allevamento di trote con cavalli, asini, cani, gatti, galline. Il fiume era sotto la ferrovia e nei pressi c'erano vecchi mulini abbandonati le cui macine erano solo immoti macigni di reminiscenza. Al fiume c'erano tanti fiori e radure in cui consumare il primo pasto di sole e verde.

Lady D'Arbanville – la dama d'Arbanville è il sogno. E' quel volto cui non si può dare altra parvenza che l'alone lunare. E' quel profumo che inonda un roseto e i tanti bottoni in attesa di schiudere la loro veste rossa. Questa rosa non morirà mai. Oh sì che morirà ma non oggi e non domani. Questa rosa non morirà fin quando un'altra rosa nascerà, fin quando quel profumo porterà con se il ricordo di amori che hanno attraversato dune come resti d'infrante clessidre.

Katmandu – la povertà porta con sé un dono di ghiaccio. Il pianto di neonati assordante e quieto nello stesso istante. Eppure non è povertà quella che non porta il pane, è indigenza. La vera povertà è l'indifferenza. Ignorare quel pianto e tutti i pianti della terra è come togliere dalle nostre bocche la forchetta per metterla in culo a quei neonati. Che senso ha piangere anche se con queste note? La quiete, un modo per osservare il dolore senza viverlo veramente.

I Think I See The Light – pestare tasti d'avorio come se si martellasse l'angoscia con tintinnanti colpi d'ascia. Ridere più forte del ticchettio delle lancette, come se ogni battito ogni carezza ogni peso potesse curvare l'istinto verso il cielo. Eppure, mi piace. Quel suono, quel battito è il tribale tam tam del mio cuore che batte e palpita cercando di sfondare il petto e volare via.

Lady – Ma guardami! Non vedi quanto posso amarti? Non vedi quanto lontano il mio sguardo possa scrutarti? Non vedi che sono la forma stessa del tuo desiderio di completarti? Il modo in cui ti guardo è quello che il sogno non ti ha rivelato, è il riverbero di certezze lasciate nel sonno. Guardami! Non posso chiedere altro al mondo che tu sia una frazione della mia luce, tanto basterebbe a regalarci tutta la vita insieme. Guardami e ora guarda te. Se vedi questo lascia soltanto scorrere il tuo animo.

Portobello Road – viaggiare in macchina con nuovi orizzonti occhieggianti da un finestrino aperto. Fischiare e ridere come se non ci fosse altro miraggio che il viaggio. Il cielo di plastica, le macchine di cartapesta, uomini come stuzzicadenti. Viaggiare stando seduti tra quattro mura di musica.

Hard Headed Woman – quella ragazza, quel passato che torna a scaldarmi. Ricordi, Istanti, Trascorsi Atomi. Dolce ma non abbastanza da commuovere il mio animo. Un amore non corrisposto e assordante nella sua tristezza. Una donna che era dentro di me prima ancora che entrassi in lei. Una donna o solo una bambina chiusa in un luogo e in un tempo che ora si può solo celebrare.

Father & Son – un letto e due cuccioli d'uomo avvinghiati a braccia robuste, il gioco della vita. Poi una spiaggia e due cuccioli di qualche anno che rincorrono un pallone; due gambe che lo calciano lontano. E quando il gioco continua lottano di nuovo sulla sabbia perché una spiaggia è ancora un letto su cui si può amare. In tanti modi, anche nel gioco che commovente si ripete.

Wild World

The Wind – certe canzoni possono davvero descrivere il vento. Descriverlo vuol dire dargli un suono diverso da quello di tutti gli altri tipi di brezza che possano venire in mente. Così come in questo vento che altro non è che una breve folata di ricordo.

Sad Lisa – non posso dimenticarlo. Quegli occhi fissi sul soffitto, ho seguito il suo sguardo lassù e ho visto oltre. Ho trovato un cielo e le sue malinconie vestite di stelle. Non riuscivo a smettere di pensare a quanto in alto lei fosse arrivata, a quali limiti la mia immaginazione potesse pormi. E questo canto che echeggiava in me, nel frastuono delle luci, del fumo, delle voci. Tutto si è fermato per un istante e il raggio di tristezza che dai suoi occhi giungeva a me era una strada, un sentiero immerso nel vuoto.

Longer Boats – che bello! Posso andare su un'isola piena di simpatici aborigeni vestiti di fiori. Io e la mia nave approdata ma mai varata. Io e il mio sogno di ghirlande. Quel braccio di mare e quella cavità piena di buio in cui la mente vaga impavida e pigra. L'efferatezza di un raggio di sole che trafigge quel silenzio solo per svelare il suo segreto di madreperla. Un'isola e un lontano tambureggiare continuo come se la festa non potesse mai fermarsi.

Peace Train – una mano nera e una bianca. Una gamba nera e una bianca. Un essere colorato a metà ma con un unico sorriso, un'unica voglia di vivere, un unico binario immacolato. Questo è il treno della pace, l'incanto di creature figlie di una mistura di sole e luna, mistiche e liricamente androgine. Il treno della pace prima o poi partirà e questo sarà il suo inno.

Cat Stevensultima modifica: 2004-09-27T02:27:01+02:00da cat_stevens
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2 pensieri su “Cat Stevens

  1. uuuuuuuahahahah aha socio a commentare i tuoi post ripasso che ce ne sta di roba da vomitare… prepara la bacinella… intanto ti dico che il mio occhio era postumo perche: 1) l’ho comprato a postumia? 2) ero morto in piedi e facevo le foto come CSI? 3) ero morto (insieme ad un trancio del mio fegato) a furia di dar di stomaco dopo una notte brava? uuuuuuuahahaha a te l’ardua risposta…. a volte ritornano ed io ritornerò…

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