Uno sguardo oltre

Il mio balconcino è largo poco più di mezzo metro. Dal mio balconcino si vede solo uno squarcio di cielo, un quadrato di mura incornicia l'immenso. A volte la luna si può solo intuire, raggi di cosmico splendore inondano alti cornicioni di cemento. Fumo spesso su una coltre di note e pensieri, mi piace immergerli in quel dipinto d'improvvisato lirismo. A volte una candela dietro di me sfronda la mia ombra in tremuli picchi effimeri come voli di falene che azzardano danze intorno a fiamme incandescenti. Nel mio balconcino ci sono pochi ingredienti e poche misture di colore eppure a volte la luce dei miei pensieri è in grado di inondare la notte e rivoltare il quadro come un calzino. La luna diventa spettatrice, la cornice è la medesima cinta di cemento. Ora sono io il soggetto del quadro. Dal mio balconcino tanti pensieri come angeli neri hanno preso il volo verso mondi lontani e tante tenebre sono passate incolumi da occhi attoniti percorrendo la forma più intima di pensieri abbandonati al loro destino. Onde di luce, onde di suono, onde di vento indugiano su un corpo di pochi kili senza contare l'anima. Oggi ho pensato che non devo cercare ma solo osservare. Basta questo a cambiare gli eventi, l'incidentale percorso della luce sui miei occhi è sufficiente a generare realtà attigue e floreali e non occorre altro. Basta il sogno e una dose sufficiente di stupidità.
"Musica come trivelle di note, nel centro di orti tralci di vite e smorti rami sussurrano poesie ai bui alveoli della terra. Musica, nugoli di perle come tintinnii lontani, echi di fate affrante murate dietro una parete di stelle. Musica, punge l'ape coboldo canticchiando versi di dickinsoniana memoria."