La prostituta

Intro: la trovammo, spaventata. Ci disse di lei, del suo viaggio di speranza e dell’orrore del mondo. Gli uomini che l’avevano portata lì erano fuggiti, braccati e la sua solitudine la spinse verso due estranei passanti. Decidemmo di accoglierla, per un po’. Il tempo avrebbe proposto le sue alternative.

***

Lei scese dalle scale, semplice come un profumo e altrettanto lontana da ogni descrizione. Vestita con dei pantaloncini ed una maglietta a righe, indossava un volto che stordiva gli occhi.
Si avvicinò a me e mi fece cenno di annusarla. Il suo collo era proteso in una grazia mistica, captai ogni grano di quell’essenza e restai sospeso, senza respirare, quasi a trattenere quel profumo perché non uscisse più. Mi allontanai, espirando, e sorridendo le dissi “è buono, molto”; ricambiò, graziosa, e svolazzò di nuovo su per le scale come una vanità alata. Ma non feci in tempo a girarmi che il rumore dei suoi passi leggeri fu dietro me. Era ancora lì, sorridente, e mi disse, so che lo fece, di gustare ancora quel profumo. Voleva che assaggiassi il suo collo ed io lo feci, la malizia sembrava un abisso lontano. Passai la lingua leggermente sul collo, poi sul volto, senza accorgermi di come si spostasse ed io con lei, in un attimo il mio passeggiare tra i suoi sapori prese la forma di piccoli baci fioccanti su quel volto, finché arrivai in quel punto dove le labbra disegnano un delta. Mi ero estraniato ma d’un tratto mi resi conto che la sua lingua era fuori, silenziosamente protesa. Così fu bacio.
Tutto l’universo si concentrò in un punto, la mia lingua era in qualche posto lontano, confusa alla sua, immobile. Assaporavo ogni frazione dei suoi umori in un orgasmo silenzioso. Restai così, sospeso per qualche secondo mentre lei era con gli occhi chiusi ed io neanche lo sapevo, troppo preso dalla complessa somma di quei sapori del tatto e della mente che avevano mandato in tilt i miei sensi. In quell’attimo qualcosa cambiò, la mia trasformazione fu rapida, cominciai a baciarla come avevo baciato tutte le donne della mia vita. Le misi le mani addosso, sui sinuosi appigli che un dio generoso aveva disegnato, e la presi in braccio portandola dentro. Sul letto, era ormai la passione, la baciai per tutto il corpo, palpai ogni millimetro della sua bellezza e mi spogliai scoprendo il senso della dannazione. Così seminudi, mentre la frenesia prendeva il sopravvento, mentre le sbottonavo i pantaloni e attendevo di averla, successe l’inspiegabile. Alzai lo sguardo e la vidi, ferma, disinteressata all’atto di passione che si stava per compiere eppure sorridente, come prima. Ero sconvolto da tanta semplicità, non mi spiegavo perchè lei sembrasse tanto apatica nel corpo, c’era una dissonanza inesplicabile. Mi disse solo “voglio un bacio” ed in quel modo uccise l’uomo che era in me. La baciai, lo feci, ormai umiliato dallo squallore dei miei gesti ed il suo universo era lì, in quel bacio, sulla punta di quelle vette lontane ed umide; come se il resto del corpo fosse lì, ma non vi fosse. Capii, solo allora, come potesse sopravvivere in quel mestiere e quanto io, con i miei valori, mi fossi posto al di sotto di ogni bestia, al di sotto di quella creatura corrotta nel corpo ma pura nei desideri.
Ora, ripensandoci, penso che l’amore, forse, può essere anche questo. Un istante di perfetta sintesi tra il nostro esser uomini e la nostra aspirazione all’eternità. Penso che lei mi ha insegnato ad amare ma ad un prezzo alto, piango ancora al pensiero della mia vergogna nuda su quell’anima incontaminata.

(Unintended- Sing for Absolution)

La prostitutaultima modifica: 2007-02-23T18:20:00+01:00da cat_stevens
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