Attraverso i luoghi della mia infanzia,
calpesto il mio passato per un’ultima volta,
lasciandomi dietro distruzione,
strade che crollano sotto il mio peso
volti che sbiadiscono al mio approssimarsi…
Un flashback istantaneo,
capisco che sto morendo e questo è il tunnel.
Arrivo al natale scorso,
il viaggio è sul finire,
c’è in fondo la luce calda dei miei cari estinti
ma mi giro indietro,
è un attimo,
ho dimenticato qualcosa.
La corsa al fiume
il falò acceso
l’abbraccio di mia madre…
E poi un lampo nella mente
un’oscena consapevolezza –
Non sono lì per caso
nè per misericordia divina
ma per cancellare quei luoghi,
per ripulire la memoria del mondo
da un inutile ingombro
e togliere me stesso dal disegno di dio.
Sono un’esca per i miei ricordi
un cacciatore inconsapevole e micidiale
la mia stessa nemesi.