.senza_titolo

Ero consapevole, non il giorno in cui la sposai ma quello in cui l’amai, che quelle labbra sarebbero state le ultime, e che amare, in fondo, era come gettare uno sguardo nel futuro, in spregio a dio, al buonsenso e alla dannata relatività. Come essere immortali, fosse anche per pochi istanti, senza il vincolo opprimente dell’eternità.