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Ero consapevole, non il giorno in cui la sposai ma quello in cui l’amai, che quelle labbra sarebbero state le ultime, e che amare, in fondo, era come gettare uno sguardo nel futuro, in spregio a dio, al buonsenso e alla dannata relatività. Come essere immortali, fosse anche per pochi istanti, senza il vincolo opprimente dell’eternità.

.senza_titoloultima modifica: 2018-11-18T19:30:23+01:00da cat_stevens
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