Ictus

Prima dell'estate Mustafà, il marocchino che lavora davanti al mio negozio di veleni è andato via per assistere sua figlia in Marocco. Ora è tornato ma sua figlia no. Tumore al cervello, anni 2. Vedo nella mente di alcuni di voi lo sdegno. La tentazione di non continuare a leggere e di aver fatto già male ad arrivare fin qui. Vedo anche quel pensiero: "Sta scrivendo le solite cazzate tentando di spacciare lacrime come crack." Lo vedo ma corro il rischio. Io avrei già smesso di leggere ma se è per questo avrei anche smesso di scrivere. Mio nonno, ho scoperto da poco, ha un cancro. Eppure il suo destino era un altro, lui era dei gemelli. Mia nonna invece ha tenuto fede al suo segno zodiacale ma per fortuna lei sembra essere guarita e di quel cancro le resta solo qualche livido lasciato dalle chele, le chele del chirurgo. Ho appreso oggi di una coppia. In macchina lui ha accusato un malore. Un ictus l'ha fulminato subito dopo e lei sotto la pioggia del cielo e dei suoi occhi ha atteso per venti minuti gli aiuti. 32 anni. Ictus significa pesce, Ictus era il simbolo dei cristiani perché il suo acronimo era Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio. Strane assonanze di parole che si intrecciano in una trama di vetro. Fragile e bella ma perentoriamente effimera. Strani destini che ambiscono a un multiuniverso in cui la parola e il suo significato possano convivere e intersecarsi fino a svanire. Come quando pronunciamo più volte un nome e dopo un po' quella parola ci sembra quasi estranea, fuori posto tra le nostre labbra, fuori posto tra i pensieri. Come quando fissiamo a lungo la nostra immagine speculare e ci rendiamo conto di non sapere più a quale dimensione apparteniamo e per qualche istante ignoriamo il volto riflesso.
Natale si avvicina, si avvicina l'immagine di quella notte e di quel bambino il cui nome sarà solo l'iniziale di un pesce, il più crudele pesce. Ma si avvicina anche l'antipodo, il risveglio su sentieri di ghiaia e smarties, l'alone d'immortalità di un parto che si ripete da secoli. Quest'anno il bue sarò io o sarò l'asinello, due destini anonimi ma innocui. Due animali il cui fiato gonfia ancora sacche di freddo nell'animo, due animali che non sono pesci. E poi, oggi va più di moda il Gesù Crasto che il Gesù Cristo. Il sacrificio di quell'uomo ha solo un valore simbolico, sembra che nessuno più ci creda. Peggio ancora si crede nell'opposto; in quell'Anticristo che nessuno ha mai saputo colorare o ridisegnare perché nessuna sindone ne ha immortalato le piaghe. Mi limito a osservare; se avrò abbastanza giorni potrò osservare così tanto da avere abbastanza tessere per intuire lo sterminato mosaico che c'è dietro. Sorrow – David Bowie

Ictusultima modifica: 2005-01-04T21:10:30+01:00da cat_stevens
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